MERCATINI
DI BAMBINI, SCHIAVISMO MODERNO
Di Marco Fantoni
Gesù trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe
e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò
tutti fuori dal tempio con le pecore ed i buoi; gettò a terra il denaro
dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, ai venditori di colombe disse:
"Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di
mercato". (Gv. 2, 13-16).
Questo passo del Vangelo di Giovanni, ascoltato nella terza domenica della passata
Quaresima, tempo di conversione, mi ha sempre richiamato a chi fossero oggi
i mercanti da scacciare dal tempio e se fossero effettivamente da scacciare
oppure, attraverso la testimonianza e l'impegno di noi cristiani, richiamarli
al rispetto ed all'onestà della vita.
La recente Conferenza internazionale di Amsterdam sul lavoro minorile, è
lo spunto per alcune riflessioni che possono essere collegate al suddetto brano
di Vangelo.
È emerso in effetti che 250 milioni di bambini tra i 5 e 14 anni sono
costretti a lavorare nel mondo, mentre quasi 120 milioni tra essi, subiscono
"forme di nuova schiavitù".
Lo sfruttamento che viene effettuato sotto varie forme, lavoro, abusi sessuali,
droga, ecc., deve interrogare tutti ed in modo particolare noi cristiani. I
mercanti moderni che sfruttano queste situazioni, operando oggi fuori dal tempio,
hanno tutti il medesimo obiettivo, quel dio denaro che calpesta la dignità
di ogni essere umano. La centralità dell'uomo ed in particolare quella
del bambino non vengono nemmeno prese in considerazione.
Ogni giorno i mass media ci propongono notizie di bambini sfruttati, di pedofili
arrestati in paesi vicini e lontani, di bambine violentate ed uccise. Davanti
a queste situazioni siamo tutti tentati di preparaci delle fruste e di cacciare
questi mercanti dal tempio ma ci troviamo di fronte ad un'impotenza totale.
Quale soluzione possiamo proporre? La conferenza di Amsterdam ha lanciato un
appello a tutti i paesi del mondo affinché "vengano immediatamente
sradicate le forme più intollerabili di sfruttamento dei bambini: la
messa in schiavitù, il lavoro forzato, il commercio dei minori, la prostituzione,
la pornografia, i lavori pericolosi", ponendo alla comunità
internazionale come obiettivo l'anno 2000. Inoltre ad Oslo in un'ulteriore conferenza
si preparerà una convenzione Onu per la messa al bando in tutto il mondo
delle forme più intollerabili di lavoro minorile, da adottarsi nel 1999.
Dunque il tentativo di eliminare mediante l'impegno dei governi questa nuova
forma di schiavitù. Al termine di questo tipo di incontri resta però
quasi sempre uno scetticismo sulla messa in pratica delle risoluzioni adottate.
Come fatto positivo si può considerare la denuncia al mondo intero di
questo sfruttamento in continua crescita.
Nei paesi del Terzo Mondo e dell'Europa dell'Est, il fiorire di attività
di sfruttamento di donne e bambini, in particolare, è in continuo crescendo.
La precaria situazione economica in questi paesi "costringe" molte
fasce della popolazione ad abboccare all'amo di quei mercanti senza scrupoli
che di queste contingenze fanno il loro pane quotidiano. Abbiamo allora il turismo
del sesso dai paesi occidentali verso quelle mete tradizionalmente vulnerabili.
Anche se non è compito loro, le agenzie di viaggio potrebbero essere
un primo filtro per eventualmente limitare i danni. Mentre d'altro canto da
noi arrivano, attirati da specchietti per allodole, ragazze costrette a lavorare
come "artiste". Naturalmente è tutto legale, ma ...
Tenendo allora sempre l'occhio vigile sulla situazione mondiale, non dobbiamo
dimenticare le situazioni locali che ci circondano. Come cristiani abbiamo il
dovere di mantenere la dignità dell'uomo è ben più alta
del dio-denaro e del dio-potere.
Prendendo lo spunto dal brano del Vangelo di Giovanni anche il Papa non ha disdegnato
una frusta i mercanti: "Guai a chi fa dei profitto e dei mercato la
propria religione. Sia che offenda la dignità dell'uomo con la clonazione,
sia che mercifichi il sesso, spaccia droga o sfrutti i poveri: dovrà
fare i conti con l'ira di Cesto".
Un invito dunque a smuovere scuotere le nostre coscienze, a volte troppo assopite
ed assuefatte ad incamerare quelle notizie che giornalmente ci vengono proposte
e poi facilmente dimenticarle.